L’80% della popolazione adulta ha nella vita almeno un episodio di lombalgia (dolore a livello lombare) o di lombo-sciatalgia-cruralgia (dolore che si irradia all’arto inferiore), con talora gravi ripercussioni sull’attività lavorativa e sullo svolgimento delle attività quotidiane.
Nel 40% circa dei casi il dolore é determinato da patologia artrosica delle articolazioni posteriori della colonna vertebrale, mentre nel 35% circa esso é dovuto ad un’ernia discale. L’ernia del disco si manifesta, sia nell’uomo che nella donna, ad un’età media di circa 40 anni, determinando nella fase irritativa iniziale un tipico dolore lungo il decorso dei nervi che originano dalla colonna vertebrale, conseguenza di una reazione infiammatoria tra la radice nervosa e la massa erniata. In più, superati i 30 anni, l’anello fibroso esterno dei dischi, che contiene il nucleo, diventa sempre meno elastico, esponendosi alla rottura. Può bastare un movimento sbagliato, oppure una postura non corretta per far si che l’anello fibroso si rompa e lasci filtrare la polpa del nucleo verso l’esterno, causando un conflitto con la radice nervosa adiacente.
Il dolore lombare, oltre che da patologia di scale, può essere provocato da una patologia articolare posteriore.
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Il trattamento conservativo fisiokinesiterapico é normalmente indicato per un periodo di 4-6 settimane dall’esordio della sintomatologia dolorosa. La terapia farmacologica antinfiammatoria sistemica é indicata solo per brevi periodi.
- Per evitare la terapia analgesica farmacologica cronica, che può causare problematiche serie soprattutto nei pazienti piú anziani, si é rivelata spesso efficace l’infiltrazione delle articolazioni vertebrali posteriori interessate dai processi degenerativo-flogistici.
- Per il dolore discogenico o da irritazione delle radici nervose di difficile trattamento si possono ottenere ottimi risultati a breve o medio termine con le infiltrazioni epidurali o foraminali.
Per ciò che riguarda il dolore recidivante dovuto all’ernia del disco, oltre alle tradizionali tecniche chirurgiche piú o meno invasive, si sono affermate di recente nuovissime tecniche percutanee che, sotto visione radiologica, grazie all’impiego di particolari laser chirurgici, permettono la decompressione del disco protruso o parzialmente erniato senza praticare alcuna incisione chirurgica.
L’enorme vantaggio di tale tecnica é la totale assenza di incisione chirurgica. Il trattamento é normalmente eseguibile in anestesia locale senza ricovero ospedaliero. Di norma il paziente non necessita di alcun corsetto ortopedico e può riprendere ogni attivitá di vita quotidiana, con minime restrizioni, dopo una sola settimana di convalescenza a domicilio.
